BASKET: IL RITORNO DELLA VOLPE
TRA JOHN FOX E FORLÌ UN ABBRACCIO LUNGO 35 ANNI
Se vuoi scoprire i sentimenti di una persona, non chiederglieli: leggili nei suoi occhi, cercali nei suoi gesti. E sabato 13 gennaio, gli sguardi di centinaia, probabilmente di migliaia di forlivesi, brillavano di emozione. Le loro braccia, protese in un abbraccio, e le loro mani, alzate a scandire lunghi e ripetuti applausi, donavano affetto, gratitudine, gioia. Di ieri e, immutata, di oggi.
Sentimenti forti e ricambiati in ugual misura, quelli che in una giornata impossibile da dimenticare, hanno nuovamente unito tra loro i forlivesi appassionati di pallacanestro e John Fox, uno degli atleti che in quattro stagioni di militanza con la maglia della Libertas 1946 (dal 1988 al 1991 e, poi, dal 1997 al 1998) più si è fatto apprezzare per doti tecniche, spirito, e umanità. Atterrata per la prima volta in città nel novembre 1988 dalla natia Philadelphia, l’ala-pivot statunitense oggi 58enne, è tornata a Forlì in compagnia della moglie Bonnie raccogliendo l’invito della Pallacanestro 2.015 ad essere presente per ricevere un premio in occasione del match casalingo con Verona.
Al palasport erano in 3.500 a vedere giocare l’Unieuro, ma molti erano appositamente lì per applaudire lui, che l’allora Jolly Colombani la portò in A1 nel 1990 e poi, in maglia griffata Filanto e al fianco della leggenda Bob McAdoo, regalò una salvezza storica anche in massima serie.
Al centro del parquet, gli occhi di Fox scintillavano di emozione e riconoscenza mentre fissavano quegli spalti pieni come quando lui era in campo. Lo stesso brillio, però, si è acceso quando è stato ospite al ristorante “La Monda”, del pranzo organizzato dai tifosi ed amici di quegli anni magici. In quell’occasione, davvero, sguardi e interminabili abbracci dicevano tutto. «Forlì è un posto speciale per me e mia moglie, è come essere in famiglia perché vi ritrovo persone che sono molto più che amiche – ha affermato John Fox -. Ho vissuto momenti bellissimi da giocatore, ma quegli abbracci che ricevetti alla fine della mia partita d’esordio (coronata da 31 punti ndr.) mi dissero subito che qui sarei stato davvero bene. Come a casa». E a casa ci si torna sempre.
Foto Fabio Casadei
Enrico Pasini
venerdì 2 febbraio 2024