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Una scacchiera per Forlì

Una scacchiera per Forlì

64 caselle bianconere, a racchiudere al tempo stesso un gioco antichissimo e futurista. Grazie a un manipolo di autentici e competenti appassionati, una volta all’anno Forlì diventa la “caput mundi dello scacco matto” gareggiando (spesso vincendo) con realtà metropolitane che poco o nulla hanno a che vedere con la provincia e i suoi supposti limiti.

“Qualche anno fa abbiamo ripreso in mano le redini del circolo scacchistico “Paul Keres” di Forlì. Alessandro Zanzani era il nostro presidente. Purtroppo la malattia ce l’ha portato via anzitempo. Ora cerchiamo di ricordarlo degnamente con un torneo internazionale (il“Memorial Alessandro Zanzani”), che tradizionalmente si svolge appunto a Forlì con giocatori provenienti da ogni angolo del mondo, senza limiti di età.”

Fabrizio Bartoletti non è solo l’attuale presidente del Circolo Scacchistico Forlivese. È un uomo che parla di scacchi. E gli scacchi parlano per lui.

“L’anno scorso, ci siamo classificati a livello nazionale come decima società per risultati ottenuti. Finendo davanti a realtà scacchistiche molto più grandi di noi, come Firenze e non solo”.

Un dovere quasi, “morale” ottenere questi risultati anche dopo quanto successo ad Alessandro?”

“Assolutamente. Siamo stati molto legati ed è un ragazzo rimasto nel cuore di tutti. Il suo nome per noi, non è solo un nome. Mi creda.”

“In Italia quindi, Forlì è diventata una città di riferimento per il gioco?”

“Assolutamente.”

“Avvertite il peso di mantenere questo livello così alto?”

“In realtà partiamo dal “basso”. I nostri valori si basano sul trovarsi, impegnarsi e divertirsi. Andare oltre non è più nelle nostre corde e nelle nostre possibilità. In questo momento abbiamo giocatori in ogni categoria, assoluta a parte. Avere un simile livello è indice di una continuità che viene da lontano, insieme a un lavoro capillare che ha radici profonde. Tutti elementi di passione, dedizione e interesse che per noi girano attorno a questo gioco.”

“Anche per un giocatore di scacchi quindi, la preparazione fisica è importante?”

“Mens sana in corpore sano. Vale anche per noi. Oggi l’età media dei giocatori si è abbassata tantissimo. Addirittura uno scacchista sui 30 anni rischia di essere non dico in declino, ma di avere imboccato la parabola discendente della propria carriera. Fino a qualche anno fa anche con 10-15 anni in più all’anagrafe potevi essere ancora ad alti livelli. Ora è molto più difficile. La rapidità di calcolo e di memoria è estremamente superiore rispetto al passato.”

Oltre la mossa del cavallo e la sua magica “L”.

Sulla scacchiera di Forlì.

Una rappresentanza dei giovani della scuola scacchi al torneo internazionale


Emiliano Tozzi

giovedì 12 ottobre 2023

ARGOMENTI:     forlì scacchi