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Marquez e Ducati

Cùi prodest?

Marquez e Ducati

Quando avviene l’inimmaginabile. Perché, come disse Napoleone, se l’immaginazione governa il mondo, cosa mai l’inimmaginabile potrebbe ipotecare, nei confronti del destino cinico e baro?

Bhe’, per Ducati non vi è stato alcun tentennamento. Scelta decisa e inimmaginabile appunto. Da punto interrogativo fuori parametro, sulla scala Richter delle decisioni. Via tutti. Ne rimarrà soltanto uno. A fianco del due volte campione del mondo in carica. Con il suo passato carico di 8 titoli mondiali, e un futuro se non ancora da scrivere, almeno da riscrivere insieme a quell’ultima vittoria in MotoGp due anni e mezzo fa a Misano (agonisticamente parlando, tre stagioni or sono).

Via tutti.

Perché il resto della prossima diaspora sportiva ducatista (e ditemi voi, se tale contesto non si presta a simile termine…) in ottica 2025 ha davvero il sapore della scelta definitiva. Via tutti. Via a un vivaio delle meraviglie creato anno dopo anno. Via al capoclassifica Martin, prossimo sposo promesso all’Aprila. Via Bastianini, attuale compagno di squadra del campione del mondo Bagnaia, felice di avere un futuro da prima guida in KTM. Via (forse) la Pramac. Tentata dalle sirene giapponesi della Yamaha. Via. Perché solo uno rimanga a far compagnia a Bagnaia, sul sellino della GP25. Sempre lui. Solo lui. Ostinatamente lui: Marc Marquez.

Consentitemi.

“L’inimmaginabile al potere”.

Perché.

Perché il resto della storia non depone a favore dei nostri eroi.

Marquez e Bagnaia sotto lo stesso tetto. Salvo muri che non sorgano improvvisi, come tra Rossi e Lorenzo negli anni in Yamaha. Chi può dire. Chi può dire se questa convivenza sopravviverà alle leggi dell’agonismo (e non solo). Se la poetica da corsa non è tenuta a descrivere simili paragoni, la cronaca è chiamata a restar muta. A chiedersi quale logica abbia avvicinato due realtà più simili ad acqua e olio di qualsiasi altra cosa.

Così, se non il sospetto, il pensiero genera ipotesi. Indi per cui… A chi conviene Marquez in sella alla Ducati ufficiale? Ai numeri. E a chi vorrebbe (in senso lato) che lo spagnolo raggiungesse il nono titolo, in sella a una moto che negò l’iride a Rossi nella classe regina. La decima che a Tavullia mai giunse e soggiunse.

Insomma. Ci sono logiche, che la logica non ascoltano. Il fascino dell’inimmaginabile e incontestabile. Ducati uber alles (con ovvio riferimento all’attuale proprietà tedesca) e un Marquez che possa riuscire dove altri in passato hanno fallito, da pluricampioni del mondo.

Il comune interesse nelle parti nel far succedere qualcosa mai successo.

 Marquez e Ducati…cùì prodest?

A quei pochi citati.

Anche se a 32 anni può essere una gara.

Senza ritorno.

Foto Fabio Casadei


Emiliano Tozzi

martedì 18 giugno 2024

ARGOMENTI:     motociclismo motogp