Missione Martin
Elegia di fallimento
Da Borgo Panigale a Noale, per quell’uno che vale.
È dove emigrerà il numero uno il prossimo anno, appresso a Martin e il suo titolo iridato appena conquistato.
Elegia di un fallimento?
Un termini sportivi per Ducati assolutamente sì, dopo aver perso in un colpo solo per la prossima stagione il neocampione del mondo, promessosi all’Aprilia e il team Pramac, destinato a diventare da neo iridato squadra Yamaha nell’era Lin Jarvis, per un campionato che nel bene o nel male, vedeva schierate al via di ogni Gran Premio in questa stagione 8 moto su 22 di Borgo Panigale.
C’è da riflettere. E parecchio. Il titolo 2024 che prende la via spagnola di Martin, sembra essere soltanto il primo frutto avvelenato di quella “diaspora Marquez” che ha portato l’intero know-how di giovani leve Ducati a disperdersi tra le mura dei box attigui, dal momento che lo stesso Bastianini sarà il prossimo promesso alla guida della KTM, con Bezzecchi compagno di squadra del neocampione del mondo Martin sempre in Aprila. Nulla che il marketing, in termini strettamente sportivi possa spiegare con piena cognizione di causa e giustificazione, ammesso (e non concesso) che il talento di Bagnaia sia l’ultima cosa messa in discussione in questa pagina.
Tutto il resto.
Tutto il resto invece, si presta a un’ampia revisione della storia appena descritta, considerando come da unsolo punto di vista meramente pubblicitario, Ducati al termine del 2024 si ritrovi a stringere un pugno di mosche, a fronte della miglior moto sullo schieramento dell’odierna MotoGp.
Le ragioni?
Pubblicità regresso (non mandate a letto i bimbi, magari i due concetti due sottostanti, possono servire alle future generazioni). Cose per cui varrebbe la pena interrogarsi, senza credere agli slogan da casalinga di Voghera.
Vale sempre la stessa regola esistente dal 776 a.C. e da quella prima edizione dei giochi Olimpici che decretarono la decodifica dell’esercizio fisico in divina disciplina sportiva , per mano del re Ifito di Elide.
Non vince il più veloce se cade prima del traguardo.
Non vince il più forte se crolla al tappeto prima dell’avversario.
Non vince il più agile, se la propria attenzione è distratta da altro e non supera l’ostacolo.
Al solito, nello sport (come nella vita), vince chi sbaglia meno.
Tutte cose che già da oggi, con le sessione di test che si terrà sempre a Barcellona in ottica 2025 andranno alla ricerca di una possibile conferma o di una certa smentita.
Nel nome di Martinator e il suo titolo 2024.
“Missione Martin”.
Il resto conta poco.
Se non addirittura, davvero nulla.
Foto di Fabio Casadei
Emiliano Tozzi
lunedì 18 novembre 2024