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Protti e la favola Miramari

Protti e la favola Miramari

Proprio così. Vi racconto una storia. O meglio, una favola. Ti chiami Forlì e a fine ottobre ’23 giochi in casa contro il Corticella, che rimane in dieci dopo mezz’ora. Una gara in discesa, ma il campo dice altro. A raffigurare la personalità esagerata della squadra ospite, nonostante l’inferiorità numerica.

“Domani perdiamo 3-1.” Dialoghi di una vigilia che il direttore sportivo Protti immagina difficile e il presidente Cappelli no. “Avevi ragione, avevi previsto sarebbe finita così. Non ci credevo.”

Il presidente si ravvede sulle proprie opinioni calcistiche, il direttore sportivo dopo quella sonora batosta passa al contrattacco. Vuole conoscere Mr. Miramari, l’uomo che al Corticella ha dato un gioco imprevedibile, senza alcun riferimento per gli avversari. A gennaio, Protti ha il suo numero di telefono e ad aprile lo chiama.

“Mister, avrei piacere di portarla Forlì”.

“Una chiacchierata la faccio volentieri.”

“Allora facciamo finire tutto, ma nel frattempo non prenda impegni.”

Domenica 19 maggio. Il Corticella perde la finale Play-Off col Ravenna: 2-1.

Il mercoledì successivo Protti chiama Miramari.

“Mister le faccio i complimenti per la magnifica stagione anche se non ha vinto i Play Off. Riusciamo a vederci per quella famosa chiacchierata?”

“Stravolentieri.”

Meglio del “volentieri” di aprile. Appuntamento alle 9 al “Molino Rosso” di Imola. A parlar di calcio le ore volano e mezzogiorno arriva alla prima sillaba di quella conversazione.

“Mi sono inscritto al master di Coverciano per allenare in Lega Pro. Se lo ottengo ho già una squadra in C che mi aspetta. Altrimenti, vengo a Forlì con entusiasmo.”

Miramari non viene scelto a Coverciano e Protti ne asseconda le necessità. Staff, rimborsi spese, uomini e giocatori. L’imprevedibilità di chi, prima ancora di annusare l’aria, annusi l’erba del campo.

“Presidente, le presento il suo nuovo allenatore del Forlì. Mister Miramari.”

Esistono tanti modi di vivere e raccontare calcio. Diverso dagli altri, per idee diverse. Che non facciano del denaro l’unico elemento vincente non solo in campo ma anche nella vita.

In fondo, il valore del proprio operato vale sempre più di qualche banconota depositata su di un conto corrente. Vale. Se ne vinci otto di fila e pensi di non fermarti. Non ancora. Imprevedibile funambolo del campionato.

Ecco perché serviva una favola. Una fiaba che non sia solo della buonanotte, per raccontare tutto questo.

Serve la magia della passione e della dedizione.

Serve l’intraprendenza di una nuova idea, come il calcio totale di Happel e Michels. Serve che il peso di una sconfitta subita in casa, diventi la lezione vincente di domani.

Serve la favola di Miramari.

Sulla panchina del Forlì.

Foto Studio Frasca


Emiliano Tozzi

giovedì 23 gennaio 2025

ARGOMENTI:     forli' forli calcio sport