Dannazione Cesena, dichiarati: chi vuoi essere?
In quel di Cesena si vive un frangente delicato, sospeso tra la voglia impellente di ambire a qualcosa di più e la necessità di affrontare i propri ed evidenti limiti. Dopo un avvio incoraggiante, costellato da vittorie sofferte e prestazioni convincenti, i bianconeri sembrano essersi smarriti, lasciando al tifo nostrano un connubio caotico di speranza e delusione. La classifica è chiara e racconta una squadra ancora alla ricerca della propria identità. Double face.
Da un lato, il brio di una rosa giovane e futuribile, condita da un gioiello che risponde al nome di Cristian Shpendi e che - a tratti - pare in grado pure di separare minuziosamente le acque. Dall’altro, invece, un collettivo incapace di trovare costanza nel rendimento e una difesa troppo fragile per reggere l’urto di avversarie più organizzate. A tal proposito, il match contro la Cremonese è stato emblematico. Al Manuzzi, dinnanzi una cornice di pubblico incendiata, gli uomini di Mignani hanno mostrato (nuovamente) un doppio volto instabile: volenteroso nel creare occasioni, ma incapace di concretizzarle. È bastato un episodio, un gol avversario nato da una disattenzione difensiva e tutto ha preso forma. Ovviamente, in senso negativo. Ne consegue una sconfitta di misura che pesa come un macigno, arrivata in un momento in cui la squadra aveva necessità di rilanciare le proprie ambizioni.
Tuttavia, gli spunti positivi non mancano. Partendo dal precedentemente citato Cristian Shpendi. Il classe 2003 è una luce pulita, che splende senza alcuna interruzione fastidiosa. Ogni sua rete è un concentrato di talento, posizionamento e determinazione, comunque insufficiente se affiancata alle lacune sistemiche sulle quali ci crucciamo imperterriti. La fase offensiva, diciamolo, vive alle dipendenze di una sua fiammata, con l’assenza di alternative convincenti a soffocare ogni pensiero. Il mercato, in questo senso, è già attivo. L’arrivo di Antonino La Gumina porta esperienza e nuove soluzioni offensive, ma l’equilibrio economico impone sacrifici, come dimostra la cessione di Van Hooijdonk. Resta ora da capire se questi movimenti riusciranno o meno a dare nuovo impulso alle intenzioni bianconere. Nell’attesa, lasciatemi concludere la chiacchierata. Già, perchè oltre agli aspetti tecnici, è bene ricordare il legame emotivo che rende la compagine cesenate così calda e speciale. Non è solo una squadra di calcio, non si limiterà mai a questo. Quando parliamo di Cesena, lo facciamo tenendo per mano l’anima della città, una ragione di vita che supera i risultati e abbraccia il destino di ognuno dei cuori bianconeri sparsi per la Romagna.
La Curva Mare, restando in tema, rappresenta il centro nevralgico di questo legame. Che mi piace rinnovare siccome commovente, vero e trascendentale. Simbolo di lacrime e compromessi, desideri ed esigenze. Queste ultime rivolte a chi, la maglia del Cavalluccio, la indossa scendendo in campo.
Foto Fabio Casadei
Mattia Siboni
giovedì 23 gennaio 2025