Alla scoperta del Parkour con Bagni Freerun e Raul Cornea
Il Parkour è una disciplina fisica e mentale che consiste nel superare ostacoli nell'ambiente circostante in modo efficiente e creativo. Nato come sottocultura urbana negli anni 2000, in Italia si è diffuso anche attraverso palestre specializzate. A Forlì, dal 2020, esiste il gruppo Bagni Freerun, sotto la società U.S. Renato Serra Cesena. La palestra, progettata con un approccio modulare, permette di variare continuamente gli ostacoli, stimolando costantemente i praticanti. L'attività è adatta a tutte le età e promuove la crescita motoria e la scarica di energia.
Il gruppo è seguito da un team di esperti, tra cui Raul Cornea, ex atleta di ginnastica artistica. Ogni anno vengono proposte nuove attività, come gare interne e sfide, per permettere agli atleti di monitorare i propri progressi. La sede si trova in Via Grigioni 5A, Forlì. Nell'intervista a seguire, Raul ci introduce al Parkour.
Raul, come ti sei avvicinato al Parkour e cosa ti ha spinto a dedicarti a questa disciplina?
“Dopo anni di ginnastica artistica, lo sport più completo e impegnativo, con tante gare, alcune perse e altre vinte, sentivo il bisogno di qualcosa di diverso, fuori dalle solite "regole", meno rigido e meno competitivo. Parlando con amici e conoscenti, è emerso il Parkour, che in quel periodo stava iniziando a diffondersi in Italia. Subito ho capito che sarebbe diventata una passione travolgente, quasi un’ossessione”.
Quali sono le principali difficoltà che affrontano i neofiti del Parkour, e come li aiuti a superarle?
“Purtroppo, credo che molti neofiti, non solo nel Parkour ma in tutti gli sport, abbiano sempre meno familiarità con il loro corpo e incontrino difficoltà nei movimenti di base. Il fatto di passare meno tempo all'aria aperta a giocare, sperimentare e cadere porta a dover iniziare con esercizi molto semplici: arrampicarsi, fare una capriola, mantenere l'equilibrio, correre coordinando braccia e gambe. Solo in seguito si possono affrontare esercizi specifici di Parkour. Per aiutare gli atleti, cerchiamo di proporre gli esercizi come giochi e sfide personali, così che possano imparare divertendosi, ma senza mai perdere l’impegno”.
Com’è nata l'idea di creare una palestra con strutture modulari per il Parkour a Forlì?
“L'idea di creare una palestra di Parkour è nata quasi per "necessità": chi gestiva la vecchia sede ha deciso all'improvviso di chiudere e abbandonare il progetto. Visto che nel tempo avevamo creato un bel gruppo tra insegnanti e praticanti, per non disperdere tutto, non avevamo altra scelta che aprire una nuova sede. L'idea di strutture modulari è venuta dopo aver visitato diverse palestre e confrontato esperienze con altri allenatori e praticanti, con l’obiettivo di evitare che i percorsi di allenamento rimangano statici per troppo tempo, così da stimolare continuamente il miglioramento e l'esplorazione di nuove sfide”.
Qual è il tipo di allenamento che consiglieresti a chi vuole iniziare, ma si sente un po' intimidito?
“Consiglio di affidarsi a professionisti con esperienza, che praticano e insegnano da tempo, per assicurarsi che l'ingresso in questa disciplina avvenga con il giusto approccio e metodo”.
Quanto è importante l’aspetto mentale nel Parkour e come lo alleni nei tuoi praticanti?
“Credo che l’aspetto mentale sia ancora più importante di quello fisico. Se non riesci a visualizzare un movimento nella tua mente, è difficile eseguirlo fisicamente. Per migliorare questo aspetto nei miei praticanti, cerco di spronarli e di offrire sempre il giusto metodo, senza mai costringerli a fare qualcosa che non si sentono pronti a fare. Non c’è fretta nel perfezionare un movimento: se non si riesce oggi, si riprova nelle prossime lezioni”.
Il Parkour è spesso visto come una disciplina pericolosa. Come rispondi a chi ha preoccupazioni riguardo alla sicurezza?
“Credo che qualsiasi attività, se fatta senza concentrazione, possa diventare pericolosa. È vero che chi pratica Parkour ha più probabilità di infortunarsi rispetto a chi gioca a tennis, basket o altri sport, ma ciò non significa che debba succedere per forza. Quando pratichi uno sport in cui un salto sbagliato può causare una distorsione o una rottura, sei costretto a prestare maggiore attenzione a ciò che fai. A chi è preoccupato per la sicurezza, consiglio di venire a fare una lezione di prova per vedere di persona come lavoriamo per rendere la pratica di questa disciplina il più sicura possibile”.
Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti per il gruppo Bagni Freerun e per la crescita del Parkour a Forlì?
“Bella domanda! Mi piacerebbe riuscire ad aumentare il numero di appassionati di questo sport, così da poter formare nuovi insegnanti e offrire un servizio migliore. In futuro, vorrei che il gruppo crescesse e continuasse a funzionare anche senza il mio contributo diretto”.
Foto fornite dalla società
Emanuele Bandini
giovedì 6 febbraio 2025