Ridimensionato il fenomeno delle stragi del sabato sera
Dall'ASAPS buone notizie
Secondo l’ASAPS (Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale), sono stati compiuti dei passi avanti nella prevenzione degli incidenti gravi durante il sabato sera. Ne parliamo con il presidente Giordano Biserni (nella foto).
- È effettivamente così – ci dice Biserni – il nostro osservatorio analizza, tra gli altri, il numero degli incidenti che avvengono nelle ore notturne del venerdì e del sabato e che abbiano almeno un giovane sotto i trent’anni alla guida di un veicolo coinvolto, definiti stragi del sabato sera. Per il 2012 questo numero ammonta a 362 casi, con 203 morti e 636 feriti. Numero che comprende altre fasce d’età, non tutti giovani.
Si tratta di un ridimensionamento importante, come possiamo leggerlo?
- Pensate ai sabati sera degli anni ’80 e ’90, con le mamme antirock che sfidavano i locali notturni facendoli chiudere alle due del mattino anziché alle quattro: all’epoca la strage del sabato sera era un fenomeno ben preciso: auto di giovani che si schiantavano contro muri, alberi, altri veicoli. Le solite cause: alcol, stanchezza, velocità.
E morti, tanti morti, tutti giovani.
Nel 2000 le vittime nelle due notti del fine settimana erano 917, nel 2011 nelle notti del venerdì e del sabato siamo scesi a 421. Pensate: sono 496 lenzuoli bianchi in meno stesi sotto i fari, con un calo del 54%. Se si considera che nel 2012 gli incidenti con il coinvolgimento di conducenti sotto i 30 anni, nelle notti del fine settimana, hanno causato 203 vittime, si capisce come la sinistrosità grave riguardi oggi, per oltre il 50%, fasce d’età più adulte.
L’alcool e la droga come si collocano in questo panorama?
- Oggi la presenza di alcol o droga è stata accertata solo nell’11% degli incidenti gravi, però è anche vero che le uscite di strada per sbandamento di un veicolo che ha fatto tutto da solo, sono state ben 189, cioè il 52%.
Da ciò si deduce che si tratti di un fattore legato alla stanchezza dei giovani nelle notti del fine settimana.
Il 50% dei sinistri, in quelle notti, è avvenuto sulle strade statali e provinciali, il 43% sulle strade urbane e solo il 7% sulle autostrade.
Geograficamente come sono distribuiti i sinistri?
- La collocazione geografica vede ancora la netta prevalenza al nord con 194 impatti pari al 53%, (50 in Lombardia, 46 in Emilia Romagna, 32 nel Veneto).
Il 21% al centro con 75 episodi, (32 nel Lazio e 24 in Toscana) e il 26% al sud, con 93 schianti.
Da rilevare che al sud il fenomeno fino a qualche anno fa era praticamente inesistente, (27 in Sicilia e 23 in Puglia, 16 in Campania).
L’aridità dei numeri non rende pienamente giustizia alla drammaticità di questi eventi. Ma nella nostra regione…?
Un focus - spiega l’Asaps - sulle tre province della Romagna, Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena, dove il fenomeno prese corpo e nome negli anni ’80, ci dice che nel 2012 si sono contati “solo” 22 incidenti gravi che hanno causato 5 morti e 43 feriti. (10 incidenti a Forlì – Cesena con 3 vittime, 8 a Ravenna con una vittima e 4 Rimini con una vittima).
Si tratta di un ridimensionamento sorprendente, se si considera che in quei “mitici anni ‘80” in Romagna si contavano mediamente 4-5 vittime nelle notti di ogni fine settimana.
Redazione Diogene
lunedì 29 aprile 2013