ATTO UNICO 2024/2025 15° Edizione Teatro Giovanni Testori - Forlì ATTI UNICI PER IL PALCOSCENICO E CONFRONTO COL PUBBLICO
HEDWIG AND THE ANGRY INCH, domenica 27 ototbre ore 21, Teatro Testori
Cominciamo col presentare un breve riassunto storico della storia di Hedwig. “Hedwig and the Angry Inch” è un musical rock con musica e testi di Stephen Trask e un libretto e storia di John Cameron Mitchell. La “parte musical” segue Hedwig Robinson, una cantante genderqueer della Germania orientale di una band rock and roll immaginaria. La trama raccontata all’interno invece, attinge realmente alla vita di Mitchell, figlio di un maggiore generale dell’esercito americano che un tempo comandava il settore statunitense della Berlino Ovest occupata.
La musica è immersa negli androgini anni ’70 e segue per lo più lo stile glam rock di David Bowie (che co-produsse la produzione per Los anjgeles dello spettacolo), così come il lavoro di John Lennon e dei primi artisti punk Lou Reed e Iggy Pop. Hedwig è qualcosa di ben più complicato e alto di un prodotto solitamente certificato come “musical”. Si dovrebbe in effetti parlare di “monologo drammatico con risvolto tragi-comico su partitura musicale per Interprete Assoluto” con band. Perché l’impatto emotivo che Hedwig scatena sul pubblico, non lo si deve tanto solo al racconto di vita che ne viene fatto durante il concerto-concept della vicenda, ma proprio se non esclusivamente dal grado di livello di interpretazione e immedesimazione con ruolo-testo e contesto da parte del protagonista di turno. Che nella versione presentata da Teatro Delle Forchette di Forlì, voluta diretta e interpretata da Stefano Naldi, raggiunge un livello altissimo nel rapporto triangolare attore-personaggio-pubblico. C’è più o meno uno standard richiesto quando si mette in scena Hedwig, che riguarda soprattutto scenografia e costumi. Con qualche variante ma la faccenda è e deve rimanere quella; un palco da concerto di un locale non tanto grande con band live sopra e spalla appoggio cori-voce femminile, dove il cantante tra una canzone e un’altra del concerto dialoga col pubblico e si racconta. Il look è divenuto leggenda e soprattutto Icona, per cui non serve buttarsi in versioni troppo diverse che stonerebbero soltanto (vedi certi FrankN’Further del RHPS che troppo spesso diventano delle baraccone da luna park quando non inutili drag queen che col concetto originale nulla hanno a che farci…) e qua, grazie all’opera di Marco Ceragioli, abito mantello e parrucca diventano epocali rispettando in pieno l’idea originale, la band è ineccepibile la collega una vocalist di alto livello. L’atmosfera che ne giunge è perfetta e davvero, mai come stavolta, riesce a trasportare il pubblico fuori dalla sala di un Teatro in un locale adibito a concerto glam rock. In questa versione, davvero dalla sala si sente solo la mancanza di un tavolo davanti o un bancone con sopra un drink, o una birra. Ma la vera differenza la fa Stefano Naldi. Per qualche misteriosa alchimia, o forse per il troppo amore verso questo lavoro, Naldi seppure da decenni ogni anno pensasse di portare in scena questo lavoro, ha avuto il sentore di aspettare, a lungo, acquisendo così il giusto vissuto di vita per poter capire intimamente un Personaggio a tutto tondo e soprattutto non da origine inventata bensì da vita vissuta reale, quale risulta essere Hedwig. Che proprio per la sua realtà profonda ed intrinseca, se non addirittura doppia visto che come si è detto sopra, a ben due persone reali si rifà il ruolo, necessita prima che di un bravo cantante di un ATTORE di prosa capace di oltrepassare il concetto di bravo esecutore per arrivare a quel titolo di INTERPRETE che pochi e non sempre riescono a trasformare in reso davanti alla platea. E in questa edizione la magia avviene. Band vocalist e protagonista si fondono in un mondo parallelo che porta letteralmente la platea a vibrare intimamente fino al pianto empatico. Chi conosce Naldi attore non ne ha trovato traccia in quel che si vede sul palco in questa sua versione di Hedwig and the Angry Inch. Uno stile ma soprattutto una personalità del tutto inedita e mai vista che non si chiama più in questo caso Stefano ma Hedwig. Tornata in vita grazie al lavoro corale tutto di Teatro delle Forchette e alla volontà indomita di Naldi che come le citate leggende greche nella storia al pari di una novella Antigone è “sceso vivo nella tomba” del suo vissuto, per raccontare anche la “sua” di storia, cantarci le sue canzoni, e toccarci il cuore del mondo solitamente distratto mostrandoci una volta gettata la maschera, il proprio vero volto bagnato di lacrime, di rimmel sciolto e lustrini a fingere che tutto sia ancora e sempre splendido.
VENERDI 13 DICEMBRE 2024 ore 21
COME BACK TO THE FIVE AND DIME,
JIMMY DEAN, JIMMY DEAN!
Teatro delle Forchette
Di Ed Graczyk - Regia da Antonio Sotgia
1955: terminate le riprese de “Il Gigante”, James Dean rimane ucciso con la sua Porsche Spyder, in un tremendo schianto sulle strade di Salinas. La sua scomparsa scatenò una sorta di isterismo collettivo. Un mito come pochi nel cinema. I giovani lo amavano e lo imitavano: un vero eroe da emulare. Dopo vent’anni, un gruppo di donne si rincontrano per celebrare il suo culto. Ma vivere nel passato può essere pericoloso: ognuna di loro ha permesso che l’inganno prendesse il controllo della sua vita, ognuna di loro è una rappresentazione struggente, dolorosa, commovente di innocenza persa. La piece teatrale di Ed Graczykc è tutta chiusa in un unico ambiente: un polveroso, angusto, modesto emporio in pieno deserto texano. Ma in questo spazio così ristretto vi è tutto un mondo con le speranze deluse, con le frustrazioni, con le ipocrisie, con i tradimenti, con le generosità di ognuno di noi. E noi partecipiamo, coinvolti al massimo, a questo incontro che ben presto si rivela un gioco al massacro, un bilancio senza remore di sei vite che assolutamente non sentiamo estranee ma in cui tutti, più o meno, ci ritroviamo. Tante storie apparentemente diverse, ma senza intrecci secondari: le rivelazioni di ciascuna donna ha effetti, ripercussioni sulle altre. Analisi impietosa dell’artefatto “sogno americano”, il film mostra la vera faccia dell’America, fatta anche di solitudine, disperazione, violenza… Vent’anni dopo le donne troveranno inutile incontrarsi di nuovo: tutto è stato già detto. Le illusioni sono morte.
GIOVEDI 21 NOVEMBRE 2024 ore 21
LA PRIMA FRA TUTTE
Teatro delle Forchette
Testo e Regia Massimiliano Bolcioni
Il giorno dopo l’affondamento del Titanic, tre Grandi Artiste si ritrovano ad attendere “il loro momento” dentro quello che pare un grande Teatro. Con loro, ad attendere direttive, un Giovanotto responsabile del luogo e Maria, una giovane donna delle pulizie. Nell’attesa le tre raccontano spiegano, sperano ancora in qualcosa che in realtà non hanno mai avuto o al quale hanno volutamente rinunciato, e senza rendersene conto così facendo creeranno colei destinata a divenire “la prima fra tutte”. Dietro alla facciata drammaturgica più immediata,e cioè il racconto pungente e metaforico di come con i “pezzi” degli Artisti che precedono si costruiscano spesso gli Artisti che seguono”, il discorso del testo di Bolcioni si inserisce in quella sua “Trilogia della Vita e della Morte” composta da “ Banquet Royale” e “ Alla 22esima Eclisse” dove i Personaggi si trovano in una dimensione sospesa e atemporale, per quanto connotata da un periodo storico citato o nel testo o nel contesto visivo, ma sempre in attesa di qualcosa che vive sotterraneo alla vicenda stessa. Se in Banquet Royale al Teatro Sacro Orientale e Medioevale si accenna, come in 22esima Eclisse di Tragedia Greca si parla, ne “la Prima Fra Tutte” arriviamo alla commistione Dramma Borghese-Teatro dell’Assurdo, soprattutto per via di alcuni personaggi “di contorno” quale la figura del “Regista” personaggio unico ma interpretato da tre attori distinti. O quello inquietante della “ Signorina ”, che ad un certo punto parlando di se stessa come ironica battuta dichiara “ non sono mica il Caronte che deve guidare le Signore dall’altra parte …” aprendo però così una possibilità di ruolo effettivo nel contesto di ipotesi drammaturgica riferita alla sua presenza e importanza nella vicenda. Di sicuro come nei due Testi della Trilogia, anche La Prima fra Tutte è perfettamente costruita all’interno di un cerchio infinito, che apre e chiude passando ogni volta da un portale che si chiama Arco Scenico, dove la chiave di lettura è fornita sempre dalla presenza nella trama di Attori o Artisti comunque che si esibiscono o che della loro Arte parlano e Dimostrano, a rafforzare il tema caro all’Autore dell’Arte vista come unica speranza di sopravvivenza e motivo di Eternità. E soprattutto di nobilitazione dell’Essere. Esattamente come i musicisti presenti sul Titanic, che fino all’ultimo mai smisero di “portare Arte al mondo” anche se in quel momento il mondo attorno a loro stava andando inesorabilmente a fondo.
SABATO 18 GENNAIO 2025 ore 21
AMLETO, IN PERSONA
Teatro delle Forchette
Da William Shakespeare
Riscrittura e Regia Stefano Naldi
Il giovane principe di Danimarca, ad un certo punto della fosca vicenda narrata da Shakespeare, decide di smuovere le acque troppo palustri della menzogna riportando alla luce eventi delittuosi per lui traumatici ricreandoli a corte su di un palcoscenico grazie ad un gruppo di attori girovaghi abilmente istruiti e diretti. Ecco così che nasce forse un primo storico evento di psico-dramma che grazie alla messa in scena dichiarata porterà i risultati da lui voluti alla realtà oggettiva stravolgendo così le sorti ed il destino del regno stesso. E’ da qui che il regista Stefano Naldi parte per costruire la sua versione-visione del celebre dramma. Come un cosmico buco nero, lo spazio scenico della finzione nella finzione si dilata ed ingoia l’intera vicenda, che diviene così una clamorosa messa in scena talmente simile alla realtà da confondersi con la stessa, fino ad annullare il tutto nel gioco creativo dell’autore stesso, che per Naldi, naturalmente, non è Shakespeare ma Amleto, drammaturgo e regista del suo personale “ Essere o non essere “. Per fare questo porta in scena attori che “ fanno gli attori “ sia nella vita vera che in quella riflessa del palco, selezionati con astuzia non solo in base a bravura ed esperienza, ma a forti similitudini con i ruoli chiamati a ricoprire. Il gioco infantile del “ facciamo finta che…” prende il via quindi in questa produzione Cabiria, divenendo un girotondo di grandi casse piene di tutto, teli che diventano abiti, pupazzi giganteschi e via di seguito, in un gioco talmente coinvolgente per il pubblico da riuscire a risvegliare il bambino che fu in ogni spettatore adulto ed il bambino effettivo per età che, cosa rara di questi tempi, viene portato ad assistere ad un evento teatrale per adulti rimanendone entusiasta.
BIGLIETTERIA
INTERO € 20,00
RIDOTTO € 15,00
(over 65, under 25 anni, Universitari e soci TDF, Soci Foemozioni, CRAL CNA)
ABBONAMENTO (4 SPETTACOLI)
DAL 01/10/24 AL 10/10/24
INTERO € 60
RIDOTTO € 45
𝑐/𝑜 𝑇𝑒𝑎𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝐹𝑜𝑟𝑐ℎ𝑒𝑡𝑡𝑒 – 𝑣𝑖𝑎 𝑉𝑖𝑣𝑎𝑙𝑑𝑖, 22 – 𝐹𝑜𝑟𝑙𝑖̀
Dal lunedì al venerdì 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑒 15 𝑎𝑙𝑙𝑒 18
DAL 11/10 VENDITA BIGLIETTI ON LINE SINGOLI EVENTI
Per info e prenotazioni: 0543/1713530 – 339/7097952 – 347/9458012
info@teatrodelleforchette.it
WWW.TEATRODELLEFORCHETTE.IT
Redazione Diogene
lunedì 30 settembre 2024