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Wheelchair Città di Forlì

Quando gli uomini osano

Wheelchair Città di Forlì

Tra Brescia e Ortisei. Tra le ruote di una sedia a rotelle e una racchetta d tennis. Cosa c’entrano Brescia e Ortisei in questa storia?

C’entrano.

Nel raccontare la normalità dell’uomo comune.  Così mentre Alberto Casadei da valente maestro di tennis sta andando a Ortisei a seguire un suo atleta, l’altro, il presidente della Società sportiva tennis Villa Carpena Roberto Capparelli rientra da Brescia, dopo una lunga giornata di lavoro.

Normalità appunto. Mettere insieme i pezzi. A questi due uomini in un momento d’oro del tennis italiano, viene in mente di organizzare a Forlì un torneo internazionale di tennis “wheelchair”. Doppio rimbalzo in campo con racchetta in mano. Rispondendo all’avversario da seduti su una sedia a rotelle.

Sportivamente parlando, follemente meraviglioso.

“Qualche anno fa a Forlì prima del Covid ci fu un torneo di questo genere” spiega Capparelli. “Allora, parlandone quasi per scherzo un pomeriggio al circolo, viene fuori l’idea di rilanciare questa tipologia di torneo. “Se te la senti…”mi dicono. Pare proprio che non sia stato l’unico a sentirmela.”

“È stato davvero un bell’evento”gli fa eco Casadei. “Soprattutto l’aver superato brillantemente tutte quelle difficoltà cui si è esposti come succede ogni volta che ti ritrovi ad affrontare qualcosa di assolutamente nuovo. Questi ragazzi hanno espresso contenuti tecnici di assoluto valore, con scambi davvero incredibili. Uno spettacolo davvero irripetibile, non solo per gli occhi di un addetto ai lavori.”

Alberto, sono davvero venuti da tutto il mondo per questo primo torneo di wheelchair “Città di Forlì”?

“Tutto il mondo no, ma a livello europeo erano presenti giocatori provenienti da Germania, Austria, Svizzera, Francia, Belgio e Irlanda, con giocatori che oscillavano tra la duecentesima e la quarantesima posizione (il francese Langlois vincitore del torneo maschile di singolo e testa di serie n°1 del torneo è attualmente il numero 42 del ranking mondiale). Si può fare solo meglio, già dall’anno prossimo.”

Presidente, cosa si prova oggi a conclusione di una simile esperienza?

“Un orgoglio grandissimo, sia per me che Alberto. Aver portato alla ribalta internazionale Forlì insieme al Circolo tennis Carpena è stata prima di tutto una grandissima emozione, soprattutto nell’aver saputo affrontare difficoltà organizzative davvero non indifferenti. Mi permetta un plauso all’assessore allo sport con delega al turismo del Comune di Forlì, Kevin Bravi, sempre presente in prima persona e alla Confcommercio, la Confesercenti, la CNA e la Confartigianato.

Senza dimenticare chi sta calcando i campi anche del vostro circolo già da piccolissimo.

“Rispetto all’anno scorso le iscrizioni sono raddoppiate, figlie anche di un nostro progetto:  “Racchette di classe”, dove portiamo il nostro sport nelle scuole, con borse di studio per i ragazzi più meritevoli, che mai potrebbero inscriversi a una scuola tennis.”

C’è stato un attimo di questo torneo, che è rimasto impresso in modo indelebile in voi?

(Casadei) “Già nelle prove dello Slam avevo seguito incontri di wheelchair. Pensare che a Forlì abbiamo organizzato un torneo Future è solo un punto di partenza. Ma quel punto l’abbiamo messo.”

(Capparelli) “Vedere i finalisti di un concomitante torneo U11 che andranno a giocare il  “Road to Torino” in occasione delle ATP Finals premiati dagli atleti disabili, mi hanno reso quella domenica indimenticabile.”

Quando gli uomini osano, l’impensabile può succedere.

Foto Marco Lolli


Emiliano Tozzi

giovedì 7 novembre 2024

ARGOMENTI:     forlì tennis