DISAGIO ne abbiamo?
Come migliorare il futuro dei bambini che saranno gli adulti del domani.
Qualche giorno fa, il 15 maggio è stata la giornata internazionale della famiglia, ruolo chiave nell’educazione e formazione di un giovane. Ahimè la famiglia è sempre più disgregata, problematica e disunita. Le relazioni possono essere cause di disagi, origini di malattie, psicosomatiche e non.
Perché?
Dietro a una relazione ci sono sempre bagagli irrisolti di famiglie problematiche, disagi socioculturali o economici, separazioni e vendette; ricordiamoci che i bambini di 50 anni fa sono gli adulti di oggi, a cui spesso è mancato il contatto con il seno della madre (durante l’allattamento) un abbraccio, un gioco, un conforto, un bacio.
Come possono essere cresciuti questi bambini?
Ricordiamoci, però che nessuno può dare ciò che non ha ricevuto.
Se a un bimbo non è mai stata fatta una festa di compleanno o un regalo, come potrà oggi voler festeggiare quel giorno così speciale? Per lui è un giorno come un altro, anzi un giorno forse da dimenticare in quanto ognuno di noi ha il diritto di essere un bambino felice ed amato.
Mancanza di amore = egoismo, rabbia e/o tristezza (chiusura) la persona si terrà tutto dentro senza voler esprimere i propri sentimenti.
La tristezza può essere tenuta chiusa come in una cassaforte e solo un trauma potrà aprire i fiumi in piena, mentre l’egoismo è quel pane quotidiano che scaturisce dal “io non ho ricevuto” quindi tutto diventa il mio.
Se un bimbo è cresciuto nella rabbia, diventerà un adulto violento e nei momenti in cui non riceverà risposte di fronte a una domanda, riceverà dei no, sarà capace di gesti violenti se non avrà fatto un percorso sulla gestione della rabbia.
Non dimentichiamo inoltre che con l’aumento delle separazioni i bambini sono i più indifesi e quelli che soffrono maggiormente e saranno loro gli adulti del domani.
Quindi cosa si può fare per evitare disagi nella collettività?
Sono convinta che oltre ad un‘educazione alimentare per evitare bambini obesi o malnutriti, occorrerebbe partire dalle scuole primarie con un’educazione allo stare assieme, al condividere, al fare squadra ed all’esprimere sé stessi e le proprie potenzialità.
I genitori non pronti a fare i genitori dovrebbero mettersi una mano sul cuore, chiedere perdono ai loro figli per ciò che non sono stati capaci di dare loro e per i traumi che gli hanno fatto vivere. Ognuno dovrebbe mettersi di fronte allo specchio e capire che occorre andare a lavorare sui propri disagi, sui nostri comportamenti erronei, ciclici e ripetitivi. L’ umanità deve chiedersi cosa debba cercare nei mondi spirituali per capire cosa è andato perduto: il rispetto, l’educazione, il vero amore.
Amare un essere significa comprenderlo, anche laddove ci irrita, ricordiamoci che tutto ciò che ci irrita negli altri, può portarci a conoscere noi stessi; non accettiamo lo specchio di noi stessi nascosto che vediamo nell’altro. Amare non significa riempirsi la bocca di discorsi sentimentali o finti egoismi per colpa di una paura della solitudine, ma riuscire a cogliere i problemi e le sfumature caratteriali di coloro a cui va il nostro amore, comprendendoli in fondo non solo con l’intelletto, ma con il cuore e tutta la nostra sensibilità nei loro disagi e nelle loro problematiche.
La naturopata Annalisa Calandrini riceve pvt. / Cell. 3333/7244927 ( annac8056@gmail.com)
Annalisa Calandrini
giovedì 16 maggio 2024