Et vest e’ Furlé?
Lo diciamo? Lo diciamo.
Durasse anche una giornata soltanto questa vetta, sarebbe comunque un immane successo. Raggiunto l’Everest ti guardi intorno e poi, puoi pensare solo a scendere.
È tutto il resto. Tutto il resto che fa un’enorme differenza. Vedere quello che altri non vedono. Ascoltare quello che altri non sentono. Io e Fabio, che di calcio sappiamo poco o nulla ma che di storie legate allo sport, qualcosa capiamo. Però ‘sto Forlì… che zoppica, incespica ma non molla nemmeno sotto i colpi degli infortuni e dell’infermeria. Presidente e Direttore sportivo che paiono due predicatori nel deserto. Tre anni per arrivare in C, dopo tre mesi c’è già chi li vorrebbe al muro del plotone d’esecuzione sportivo. Non ci sono campioni in questo Forlì. Per tanti non ce n’erano. Ma io, come dicevo, che di calcio non so niente ho l’onore (e l’onere della corretta cronaca) d’intervistare gli artefici di questo magico momento del calcio forlivese. Presidente e Direttore. Sempre loro. Gli stessi che coltono delle loro voci vissutemi raccontino più di quanto loro stessi immaginino, nella timbrica consumata di chi dorme poco, perché molto ha da fare e non vorrebbe sta re a spiegare. In vetta al campionato(seppur in coabitazione), con un budget investito inferiore alla metà della stagione precedente. Il solito Forlì rinunciatario, che non sa investire, non sa programmare. Me ne frego. Me ne sono fregato (sempre) di quello che gli altri possano calcisticamente pensare. Intervisto Cristiano Protti, ne leggo i pensieri e una frase mi rimane stampata in testa su tutte le altre.
“Non molleremo fino all’ultimo secondo dell’ultimo minuto dell’ultima partita.”
Fiducia senza filtri, ecco cosa penso. O questo è un pazzo o uno lucidamente folle e competente. Opto per la seconda.
Bello aver ragione.
Anche solo per un giorno in serie D.
E a Fabio tra il serio e il faceto dico:
“Alora, et vest e ‘Furlé?”
Punto.
Foto di Gian Marco Boscherini - Ufficio Stampa Forli FC
Emiliano Tozzi
domenica 3 marzo 2024