MotoGp 2021
Storie di motori, storie di piloti.
Belle storie, come quella di Fausto Gresini, terminata troppo presto quando il virus l’ha strappato all’affetto dei suoi cari e dei suoi amici e collaboratori. Storie di motori, nella terra emiliano-romagnola dove il “motore” ha sempre e solo due ruote e un rombo che scalda il cuore agli appassionati.
Storie di grandi campioni che non si rassegnano al tempo che passa, ma continuano a correre con l’entusiasmo della prima volta in MotoGP.
Di giovani campioni, appena arrivati e già sul podio del vincitore.
Storie di chi doveva esserci per un nuovo inizio, leggi Marc Marquez, ma invece non è venuto!
Ecco, il MotoGP è tutto questo e tanto altro ancora.
Ma parliamo di chi c’era, innanzitutto le moto.
Già nelle prime due gare di quest’anno abbiamo potuto vedere una Ducati spettacolare, con punte di velocità imbarazzanti nei confronti delle rivali. Merito probabilmente di una messa a punto ottimale e di una migliore aerodinamica, che è riuscita a ridurre i consumi e contemporaneamente aumentarne la potenza. Inoltre la Desmosedici ha dimostrato buona stabilità ed efficacia anche in curva, non solo in rettilineo. Rispetto alla moto dello scorso anno non sono state effettuate modifiche di rilievo, infatti lo sviluppo è rimasto fermo, come da regolamento. Il cambiamento più rilevante è nella livrea del team ufficiale Ducati MotoGp, con il ritorno a un rosso acceso che infiamma la passione dei ducatisti. La moto bolognese affronta questa nuova sfida forte del titolo mondiale costruttori, conquistato lo scorso anno, con la consapevolezza di essere molto competitiva. Visti i risultati delle prime gare questa consapevolezza potrebbe tramutarsi in certezza, però la strada è ancora molto lunga ed è meglio essere concreti e stare con i piedi ben piantati a terra. Capitolo Honda: ancora orfana del suo campione Marc Marquez, la casa giapponese paga anche quest’anno l’aver puntato tutto su di lui, adattando la moto sempre più alle sue caratteristiche e rendendola di fatto difficile da guidare da altri piloti. Nel frattempo molto lavoro è stato fatto dall’ottimo collaudatore Stefan Bradl, per rendere la moto più maneggevole e aumentarne il feeling con l’avantreno anche per gli altri componenti del team. Però, visti i risultati, la Honda sembra più difficile da guidare delle altre moto e che l’unico capace di sfruttarla appieno sia solo Marc Marquez. Viene spontaneo il paragone con la Ducati dei tempi di Casey Stoner. Bella la nuova livrea della Suzuki GSX-RR di Joan Mir, sul cui cupolino è inserito un logo dove la “i” del suo cognome è sostituita dal numero 1, per ricordare il titolo piloti conquistato lo scorso anno. Questa moto è un’ottima combinazione tra telaio e motore, una macchina perfettamente equilibrata e di grande manovrabilità, capace di trovarsi a proprio agio su tutti i circuiti e permettere al pilota spagnolo di conquistare il titolo nonostante la minor potenza rispetto ad altre moto. Per il 2021 in Suzuki si è lavorato soprattutto sui dettagli, con miglioramenti dell’aerodinamica, dell’ergonomia e delle prestazioni in curva. Una macchina davvero interessante è quella sfoderata da Aprilia per il 2021. La RS-GP è l’evoluzione di quella dello scorso anno, che era già una moto nuova e competitiva. Nuovo telaio, nuova carrozzeria, nuovi scarichi, nuovo forcellone in carbonio, aerodinamica ridisegnata, assieme alle nuove teste dei cilindri caratterizzano la moto veneta di quest’anno. Sarà comunque il seguito delle gare a dirci se l’obiettivo è stato centrato. Anche per Yamaha la nuova stagione ha portato novità importanti, soprattutto per quanto riguarda l’efficienza aerodinamica e la ciclistica. Il nuovo parafango anteriore è stato concepito tra l’altro per migliorare la gestione dello pneumatico davanti, che tende a surriscaldarsi, perché la M1 ha come caratteristica quella di spingere molto sull’avantreno, cosa che tradizionalmente non la fa trovare a proprio agio con le gomme Michelin. Il nuovo telaio dovrebbe permettere di aumentare la velocità di percorrenza della curva, in modo da potersi reimmettere in rettilineo più speditamente. Sta funzionando nelle curve a medio e lungo raggio, vedremo se funzionerà anche nei circuiti con curve più strette. Il colore arancione da sempre caratterizza la KTM. Arrivata da poco nel massimo circuito motociclistico, la casa austriaca ha colmato rapidamente la distanza con le altre rivali, grazie anche all’ottimo lavoro del campione catalano Daniel Pedrosa, che ha sicuramente gran parte del merito di questa crescita. La RC16 di questa nuova stagione si presenta con piccole modifiche a telaio e motore. Relativamente al telaio, ci si è concentrati al posteriore, per aumentare l’aderenza che consente a queste moto di essere probabilmente la migliore nell’uscita dalle curve, sicuramente da quelle più lente. Completamente ridisegnata la carenatura, che si presenta più snella, in grado di consentire un guadagno nei tempi di percorrenza dei rettilinei. Veniamo ai piloti, almeno ai più promettenti, considerando anche che è appena iniziata una stagione abbastanza complicata da decifrare, con l’assenza, almeno per le prime due gare, di Marc Marquez e la presenza di tanti piloti capaci e agguerriti. L’unico team che mantiene gli stessi personaggi anche per il 2021 è la Suzuki, con Joan Mir e Alex Rins: come si dice, squadra che vince non si cambia! Joan Mir, come già detto, è il campione del mondo uscente, maiorchino, classe 1997, già campione del mondo in Moto3 nel 2017. Nella prima gara di quest’anno, in Qatar, manca il podio per un soffio, letteralmente “sverniciato”, quando ormai era in vista del traguardo, dai due bolidi rossi di Bagnaia e Zarco. Tre sono i debuttanti quest’anno: Luca Marini, fratello di Valentino Rossi, ed Enea Bastianini sulla Ducati del team Avintia, e lo spagnolo Jorge Martin in Ducati Pramac. Quest’ultimo è un po’ la rivelazione di quest’anno, terzo al GP Doha, dopo esser stato davanti a tutti per gran parte della gara, ha dedicato questo podio a Fausto Gresini, con cui ha vinto un mondiale in Moto3. Appena arrivato nella classe regina si è trovato subito a suo agio sulla Ducati Pramac, molto vicina al suo stile di guida. Se il buon giorno si vede dal mattino. Fabio Quartararo è uno dei favoriti al titolo mondiale. Nato a Nizza nel 1999, a 20 anni è in MotoGp in sella alla Yamaha del team Petronas. Quest’anno è nel team ufficiale della casa giapponese e vince il GP Doha, seconda prova del Motomondiale. Vedremo se quello che veniva considerato l’anti Marquez per eccellenza si dimostrerà all’altezza delle aspettative. Suo compagno di squadra è un altro dei favoriti, Maverick Viñales. Spagnolo, ventisei anni, campione del mondo in Moto3 nel 2013. Dal 2015 è in MotoGp, dapprima con la Suzuki, che lascia per entrare in Yamaha, compagno di squadra di Valentino Rossi. Vince la prima gara di quest’anno in Qatar, bissando il successo del suo esordio in Yamaha nel 2017. Francesco (Pecco) Bagnaia, è di Torino, classe 1997, campione del mondo in Moto2 nel 2018. Dal 2019 è in MotoGp, dapprima nel team Pramac e da quest’anno nel Ducati Lenovo team. Ha coronato il suo sogno, finalmente in sella alla Ducati ufficiale! Si è dimostrato molto competitivo sin da subito, arrivando terzo in Qatar: nelle sue mani la rossa di Borgo Panigale va forte e Pecco deve essere costante nei risultati. Alla guida dell’altra moto italiana abbiamo un cesenate: Lorenzo Savadori, classe 1993, da quest’anno pilota ufficiale Aprilia, assieme ad Aleix Espargarò, alla quinta stagione con la moto di Noale. Savadori, campione in carica del CIV Superbike, aveva esordito in MotoGp l’anno scorso, nelle ultime tre gare, sostituendo Andrea Iannone. Il suo non è un vero e proprio debutto, ma si rende conto di avere molto da imparare nella classe regina delle due ruote. Come non accennare a chi guida la classifica, a Johann Zarco? Classe 1990, il pilota francese, di Cannes, è campione del mondo Moto2 nel 2015 e nel 2016. Passato al MotoGp, dopo due anni in Yamaha e un anno in KTM, approda in Ducati nel team Avintia Racing. Quest’anno è con Pramac e con i due secondi posti ottenuti in Qatar e a Doha è attualmente leader del Mondiale. Il veterano della MotoGp, Valentino Rossi, corre ancora con la stessa moto (Yamaha) ma con colori diversi, trovandosi nel team Petronas assieme a Franco Morbidelli. Purtroppo finora i loro risultati sono deludenti, anche rispetto a quelli della Yamaha ufficiale. A 42 anni Valentino non deve dimostrare più niente a nessuno, il suo unico obiettivo è essere ancora competitivo e correre per divertirsi. Da ultimo, ma non per importanza, è assolutamente d’obbligo un accenno a Marc Marquez, assente dal MotoGp dall’incidente di Jerez, prima gara del 2020. Ormai il “cabroncito” è guarito, il suo lungo calvario è finalmente terminato ed è pronto a rientrare. Vedremo in Portogallo quali saranno le sue effettive condizioni fisiche, perché in quel momento la commissione medica dovrà dare il via libera per il suo ritorno alle gare.
Tutti i piloti sono avvisati: il sei volte campione del mondo MotoGp sta per rientrare!
La foto Aleix Espargarò e Joan Mir by lulop.com
Redazione Diogene
giovedì 15 aprile 2021