Incidenti stradali anno 2022: i dati definitivi di ISTAT.
Situazione grave, con una grande amarezza: i 39 bambini morti (e sono già 40 anche nel 2023)
Sono stati presentati oggi all'ISTAT i dati dell'incidentalità stradale in Italia nell'anno 2022. Dati molto negativi, anche per quanto riguarda le cause che hanno provocato i sinistri. ASAPS, attraverso i propri osservatori che settimanalmente vengono aggiornati, aveva già il polso della situazione, con una recrudescenza dei morti e dei feriti sia sulle autostrade, che sulle strade extraurbane ed urbane.
Ma i dati che più ci allarmano sono quelli relativi agli utenti più vulnerabili che sono i pedoni. Nel 2022 ne sono morti 485, ma riflettiamo sul fatto che nel 2023 siamo già a quota 220 (Osservatorio ASAPS) , dato per difetto, ed il rischio è che proprio quest'anno si trasformi in un "ritorno al passato", di cui il nostro Paese dovrebbe fare a meno, visti i costi sociali che sono saliti a ben 18 miliardi di euro. Ma il dato di cui tutti dovrebbero allarmarsi ma anche "colpevolizzarsi", è quello delle 39 "piccole croci", quei bambini che non diventeranno mai adulti, perché morti sulla strada, sulle strisce pedonali, sulla bicicletta, ma anche perché un familiare non lo aveva correttamente legato al seggiolino. E vogliamo qui ricordare che al 25 luglio sono già 40 i bambini morti sulla strada nel 2023. Una tendenza drammatica che ASAPS considera una vera sconfitta! Non dobbiamo mai dimenticare che il Piano Nazionale Sicurezza Stradale ha tra i principali obiettivi specifici quello della riduzione del 100% dei morti per i bambini/adolescenti di età fino ai 14 anni entro il 2030. Ci si riuscirà visti i dati 2022 e quelli preliminari ASAPS 2023? Per questo ASAPS rilancerà campagne di sensibilizzazione, chiedendo a gran voce quei provvedimenti di legge, ora solo presenti in un disegno di legge, peraltro non ancora calendarizzato che vedrà la luce forse a fine anno, quando i "buoi saranno scappati dai recinti". Nel 2022 sono 3.159 i morti in incidenti stradali in Italia (+9,9% rispetto all’anno precedente), 223.475 i feriti (+9,2%) e 165.889 gli incidenti stradali (+9,2%), valori tutti in crescita rispetto al 2021 ma ancora in diminuzione nel confronto con il 2019 per incidenti e feriti (rispettivamente -3,7% e -7,4%). Il numero di vittime è invece pressoché stabile, di poco inferiore a quello registrato nel 2019 (-0,4%). I morti entro le 24 ore dagli incidenti sono 2.651, mentre si contano 508 deceduti dal secondo al trentesimo giorno dall’evento. Le vittime aumentano per tutti gli utenti della strada rispetto al 2021, fatta eccezione per i ciclisti, e per gli occupanti di autocarri. Si contano 1.375 vittime tra gli occupanti di autovetture (+15,4%), 781 tra i motociclisti (+12,4%), 70 tra i ciclomotoristi (+4,5%), 485 tra i pedoni (+3,2%). Tra gli occupanti di autocarri si registrano 166 deceduti (-1,8%), mentre per le biciclette e le biciclette elettriche le vittime sono 205, in diminuzione rispetto al 2021 quando furono 220 (-6,8%). Aumentano, invece gli infortunati tra gli utenti di monopattini elettrici. Con riferimento ai soli monopattini elettrici (conteggiati dal 2020), gli incidenti stradali che li vedono coinvolti passano da 2.101 del 2021 a 2.929 nel 2022, i feriti da 1.980 a 2.787, mentre i morti (entro 30 giorni) sono 16 (nel 2021 erano 9 più un pedone). Questi dati sulla micromobilità elettrica devono certamente far riflettere, anche per un aumentato utilizzo dei nuovi veicoli, con la necessità di introdurre l'obbligo assicurativo, il targhino e ogni altro strumento utile a ridurre i rischi (non solo per loro, ma anche per i pedoni). Gli incidenti stradali, le vittime e i feriti aumentano in tutti gli ambiti stradali rispetto al 2021, ma rimangono ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia, ad esclusione delle vittime su strade urbane. In pratica nelle città l'effetto "Covid" è svanito del tutto. Ed è quello che si rischia per tutti gli ambiti nel 2023. Nel confronto con il 2021 sulle autostrade si registra, per gli incidenti, un aumento del 9,7% e del 19,9% per le vittime; sulle strade urbane +9,8% per gli incidenti e +5,5% per le vittime, sulle strade extraurbane +7,2% per i sinistri e +12,2% per i decessi. In Europa si scende dal 13° al 19° posto nella graduatoria della mortalità stradale e anche questo dovrebbe far scattare un campanello d'allarme.
Ora però che si è certificato tutto ciò con i dati ufficiali Istat, ribadiamo il nostro semplice assunto: servono "arbitri" (divise) in strada, lo chiediamo ogni anno, servono norme severe che non permettano di "giocare" con le vite altrui. Si è certificato ancora una volta come la distrazione sia la prima causa di incidente. Cosa ci vuole ad approvare un decreto-legge con 10 regole decisive per migliorare la sicurezza stradale, introducendo da subito la "mini-sospensione della patente"? Cosa si aspetta a modificare l'art. 187 per dimostrare la guida alterata sotto effetto di sostanze stupefacenti, visto che ISTAT certifica solo 4.608 conducenti segnalati all'autorità giudiziaria? Ed ancora l'alta velocità, cosa si attende ad introdurre il decreto ministeriale con le nuove regole sull'utilizzo delle apparecchiature di misurazione, sempre più messe in discussione nelle aule di giustizia, semplicemente per terminologie amministrative non coperte da norme primarie? I dati anno 2022 sono un vero e proprio campanello d'allarme. I costi sociali ammontano a 18 miliardi di euro. Una enormità. Signori, il tempo è scaduto ed un futuro migliore sulle strade sarà solo un miraggio con un lento peggiorare e l’obiettivo della riduzione di morti a livello europeo, non verrà raggiunto. Serve e subito un PNRR della sicurezza stradale per migliorare le strade, per riportare a livelli adeguati i controlli e per invertire questo ritorno ad una insicurezza sulle strade che ci sta riportando alle cifre e ai lutti del passato.
Tratto da Il Centauro rivista ufficiale Asaps
Giordano Biserni
giovedì 9 novembre 2023