La cura attraverso l'arte. Il patrimonio culturale dell'Ausl Romagna
In un libro Sonia Mazzarelli racconta delle antiche proprietà e delle collezioni degli ospedali
Mercoledì 8 maggio 2024, alle ore 17.00, presso la Fabbrica delle Candele, piazzetta Conserva Corbizzi 9, Forlì, verrà presentato il libro "La cura attraverso l'arte. Il patrimonio culturale dell'AUSL della Romagna" di Sonia Muzzarelli, conservatore dei beni di interesse storico, artistico e archivistico dell'AUSL Romagna. Insieme all'autrice interverrà Gabriele Zelli, cultore di storia locale.
L’Azienda Unità Sanitaria della Romagna è proprietaria di un importante patrimonio architettonico, storico, artistico e archivistico che documenta seicento anni di storia sociale e sanitaria di una delle più grandi AUSL italiane. Un tempo gli ospedali erano “ospitali”, strutture destinate ad una assistenza indifferenziata, dove le prime tecniche di medicina si mescolavano alla religione e alle credenze dell’epoca. In quei tempi così diversi, lontani dalle conoscenze e dai reparti polifunzionali di oggi, gli ospedali erano anche luoghi ricchi di opere d’arte. In alcuni casi questo patrimonio è stato incrementato da benefattori, come, nel caso di Forlì e a questo proposito vanno citati, fra gli altri, Rambaldo Bruschi e la moglie Delfina Cima.
Come hanno raccontato Emilio Gelosi e Roberta Brunazzi nel libro "Rambaldo Bruschi, l'uomo che dava del tu alla Fiat", l’ingegner Bruschi (Forlì, 1885 –Torino, 1966), dopo una vita di lavoro alla Fiat dove fu chiamato direttamente da Giovanni Agnelli (1866 - 1945) alla direzione centrale, lasciò il suo patrimonio alla Istituzione ospedaliera di Forlì destinando una somma elevatissima alla costruzione del nuovo complesso ospedaliero "Morgagni-Pierantoni" di Vecchiazzano, inaugurato nel 2004. Con la scomparsa della moglie, oltre al denaro per l’edificazione del nuovo ospedale, giunsero, dalla casa di Torino, moltissimi oggetti, arredi e quadri realizzati dall’artista Mario Micheletti (1892 - 1975) tra cui i ritratti dei due benefattori. Ma il pezzo più pregevole del lascito è senza dubbio la “Divina Commedia” illustrata da Amos Nattini 1892 - 1985). L’opera, realizzata in sole 1.000 copie tra 1912-1941, è costituita da tre grandi volumi rilegati in pelle sbalzata a mano, corredata da 102 litografie a colori stampate a torchio su carta. Anche i caratteri, come l’apparato illustrativo, furono ideati dall’artista incoraggiato, a suo tempo, dal poeta Gabriele d’Annunzio.
L'incontro è promosso dall'Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna. Ingresso libero.
Gabriele Zelli
lunedì 6 maggio 2024