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L’ASAPS e il tempo delle ciliegie

Intervista a Giordano Biserni, presidente ASAPS

L’ASAPS e il tempo delle ciliegie

Nemmeno Čechov col suo giardino avrebbe potuto immaginare un paragone tanto ardito. Eppure, l’intervista col presidente del’ASAPS, il dott. Giordano Biserni, non lascia scampo a possibili interpretazioni anche solo da porre su di una possibile chiave di lettura alternativa, nel descrivere il comportamento degli italiani al volante in questi ultimi due anni. Un quadro solo apparentemente confortante nella sua complessità, tra diverse tipologie di sinistri e voci altrettanto importanti, assolutamente da non sottovalutare.

Biserni, cosa racconta in maniera indiscutibile la circolazione stradale nazionale di quest’ultimo biennio? Se non altro, si può parlare di un’inversione di tendenza che si possa definire effettivamente tale?

“Abbiamo i dati del 2023 e dei primi 9 mesi del 2024. Quelli nazionali ISTAT, rimandano a una situazione stabile. Abbiamo una diminuzione del 3.9 %, un risultato apparentemente discreto ma se lo confrontiamo in una forchetta più ampia dal 2019 al 2023, ne deriva in media un calo annuale dell’1%, lasciandoci ben distanti da quella riduzione del 50% chiesta dall’Europa entro il 2030. Anche perché, se possiamo riscontrare un calo sui sinistri che vede coinvolti i veicoli, vi sono percentuali in aumento nell’ordine del 5% per quanto riguarda i velocipedi. Questo per rimanere al solo 2023.

E sul 2024?

“Per quanto riguarda il 2024, abbiamo delle proiezioni legate soprattutto ai nostri osservatori (soprattutto inerenti i fine settimana), cui vanno integrati i dati inerenti ciclisti e pedoni. Fino all’ultima domenica di settembre, abbiamo avuto da inizio anno 314 passanti deceduti (30 in Emilia-Romagna) e 159 ciclisti (Lombardia al primo posto sempre seguita dall’Emilia Romagna con 26). Purtroppo nei fine settimana, questa tipologia di sinistro legata a queste due voci ha conosciuto un importante incremento dell’8.4%, ma il vero dato preoccupante riguarda gli incidenti che vedono coinvolti i motociclisti. Nei primi nove mesi di quest’anno si è registrato un più 20% secco, passando da 363 decessi dell’anno precedente agli attuali 436.

E sui monopattini?

“Stiamo aspettando il nuovo codice della strada, ma quello che temiamo è che non vada a ottemperare questa voce in maniera adeguata. Ci sono (giustamente) pene più severe per chi guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti, cosa che ovviamente ci conforta, se poi pensa che alla seconda violazione in materia scatta l’obbligo di essere alla guida con un valore alcolemico nel sangue pari a zero, altrimenti non si può condurre il mezzo in questione in alcun modo (alcolock). A questo deve aggiungere che lo smartphone, nonostante quanto la tecnologia metta a disposizione in termini di apparati interattivi come il vivavoce e quant’altro, rimane ancora oggi una micidiale fonte di distrazione al volante e non solo in quello specifico caso. Comunque, per rispondere compiutamente alla sua domanda, già le norme in essere sui monopattini se correttamente applicate, sarebbero più che sufficienti a regolarizzare la situazione. Non in due sullo stesso mezzo, non trainare ed essere trainati, rendersi visibili, uso del casco per i minorenni (che nessuno porta).

Le norme ci sarebbero già.

Invece?

“Invece il vero tema dei temi è la mancanza assidua di controlli, almeno sufficienti a far si che la normativa venga applicata per strada nella sua interezza. Possiamo riformare il codice “enne” volte, ma senza una seria applicazione fattiva di esso è un discorso che non ha più alcun valore fondante. Senza più pattuglie sulle strade non possiamo pretendere che questo avvenga, visto anche il netto calo in organico delle suddette nell’arco degli ultimi 3/4 anni. Se poi “criminalizziamo” i velox senza alternative fattive, si potrà rendere conto lei stesso di come pretendere un’inversione di tendenza in tal senso sia pressoché impossibile. Capisco che molte installazioni vadano certamente riviste e razionalizzate, invece (dal nostro punto di vista) si sta rendendo vano ogni tentativo di riduzione della velocità, che rimane la prima causa di sinistrosità o per lo meno la determinante concausa.”

Da come ne parla, pare essere purtroppo un vicolo cieco.

“Mi permetta una battuta in romagnolo che ho già fatto ad altri, molto in uso tra le nostre campagne: “Le ciliegie basse son finite”. Anche nell’ambito della sicurezza stradale.”

Come direbbe Flaiano, la situazione è grave ma non è seria.

“Probabilmente sì”.

Grazie ancora dott. Biserni.

“Grazie a lei.”


Emiliano Tozzi

martedì 22 ottobre 2024