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Tre domande a Michele Minisci

Tre domande a Michele Minisci

Michele Minisci Calabro-Albanese ha studiato Giurisprudenza a Bologna, laureandosi successivamente a Ferrara. Ha intrapreso una carriera nel giornalismo, lavorando per quotidiani come l’Unità e Paese Sera, e successivamente ha contribuito a Tele Sanmarino, Radio Flash e l'Ansa, oltre a collaborare negli Uffici Stampa del Movimento Cooperativo. Il suo primo viaggio a New Orleans lo ha profondamente influenzato, suscitando in lui una grande passione per la musica Jazz e Blues.

Questa ispirazione lo ha spinto a fondare a Forlì il celebre club Naima, punto di riferimento nella scena musicale italiana che dal 1983 al 2013 ha portato nella città Mercuriale ben 7.225 musicisti provenienti da tutto il mondo e attirando 335.000 spettatori da ogni angolo d'Italia. Nei suoi ultimi 10 anni di attività, il club ha poi operato come Naima Fondation. Questo straordinario percorso lo ha poi condotto a scrivere un racconto quasi autobiografico intitolato "La notte che si bruciò il jazz", con prefazioni di Renzo Arbore e Carlo Lucarelli, e una postfazione di Vinicio Capossela.

Oggi, cos'è esattamente la Naima Fondation?

Oggi, Naima non si identifica con un logo o un marchio, ma rappresenta piuttosto un sogno, un luogo dell'anima, una filosofia di vita. Ha trasformato Forlì in una città composta da diverse e stratificate piccole metropoli, che includono il Circolo Karl Marx (la prima sede del club), il Ciaika, la Vecchia Stazione, la Taverna Verde, l'affetto di Martin Scorsese e John Landis, il regista dei mitici "Blues Brothers", insieme al Liveinvolvo di Vinicio Capossela. È la storia di una musica che ha cercato di raggiungere il grande pubblico, anche a costo di bilanci in rosso e ostacoli da superare, ma che ha portato soddisfazioni difficili da descrivere, se non dicendo "Io c'ero!".

Quali iniziative avete pianificato per celebrare questi 40 anni?

Inizieremo con una suggestiva mostra presso la Provincia di Forlì in piazza Morgagni dal 11 al 15 dicembre. Esporremo foto e disegni di Chet Baker, spartiti e copertine dei dischi jazz degli anni '30, tra le altre cose. La mostra sarà aperta lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 16:30, mentre martedì e giovedì dalle 9 alle 18:30. Nel corso della settimana, ci saranno eventi musicali che includono concerti, proiezioni video e omaggi a figure importanti della scena jazz. L'evento culminerà con la presentazione del cd "Naima Two", un'interpretazione libera del famoso brano di Coltrane, Naima, ad opera di 12 giovani talenti jazz provenienti da tutta Italia.

Qual è la tua visione per il futuro della musica a Forlì?

A Forlì, sono attive 200 band rock-pop, 20 gruppi jazz, 10 gruppi blues, 5 gruppi gospel e 5 gruppi dedicati ai musical. Ci sono inoltre 10 studi di registrazione e 10 scuole di musica private, oltre a una scuola statale e un Conservatorio. Abbiamo una big band jazz e tre bande cittadine. Non credo che esista in Italia una tale ricchezza musicale, se rapportata al numero di abitanti. Tuttavia, c'è bisogno di una strategia comune che venga promossa e coordinata dall'Assessorato alla Cultura, anziché privilegiare solo determinati gruppi. Sono fiducioso che la futura Casa della Musica, nota anche come Auditorium Conad, potrebbe essere la chiave per superare queste difficoltà.

 


Emanuele Bandini

giovedì 9 novembre 2023

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