Tre domande a Giordano Sangiorgi
Il Meeting delle Etichette Indipendenti (MEI) è una manifestazione musicale annuale che si tiene nel primo fine settimana di ottobre a Faenza. Nato nel 1995 come Festival delle Autoproduzioni e diventato MEI nel 1997, l'evento riunisce le principali produzioni discografiche indipendenti ed emergenti italiane. Il suo scopo è dare visibilità e dignità alla musica indipendente e alla sua filiera, includendo artisti, musicisti, autori, editori, etichette, promoter, club, radio, negozi di dischi, uffici stampa e videomaker. Nel corso degli anni, il MEI ha contribuito significativamente alla crescita e allo sviluppo della nuova musica italiana, diventando un punto di riferimento per il settore. Con Giordano Sangiorgi, patron del Mei, approfondiamo gli scenari locali e nazionali del settore musicale.
Che posto occupano e che ruolo giocano i giovani nel MEI?
Fondamentale: rappresentano il 99% del cartellone. Da noi hanno esordito artisti del calibro dei Måneskin e Ghali, ma anche Diodato, Le Luci della Centrale Elettrica, Caparezza, Negramaro e Baustelle, solo per citarne alcuni. La lista sarebbe lunghissima. Infine, ma non meno importante, i giovanissimi romagnoli di Santa Balera, che attraverso il percorso del nuovo liscio abbiamo portato a Sanremo 2024. Inoltre, il pubblico presente al MEI, proveniente da tutta Italia per la principale manifestazione turistica di Faenza, è composto per il 70% da under 35.
Come può un artista emergente accrescere la propria visibilità?
Oggi è paradossalmente ancora più difficile rispetto a 30 anni fa. Questo perché le multinazionali monopoliste hanno preso il controllo dei canali di distribuzione digitale, creando una situazione senza concorrenza. Attualmente, quattro modelli di diffusione della musica sono gestiti da sole tre multinazionali, le quali decidono quali generi promuovere e quali emarginare. Piattaforme come Spotify, YouTube, TikTok e il sistema Meta favoriscono solo gli artisti che generano grandi numeri e dispongono di grossi investimenti, spesso legati alle major del disco, del live e della presenza sui media. Perciò, oggi è sempre più difficile per un giovane artista indipendente, emergente e autoprodotto farsi strada, anche a causa delle poche risorse economiche che le piattaforme destinano agli artisti. Il modo migliore per emergere al di fuori di questi circuiti è percorrere la strada dei concerti live, costruendo un rapporto diretto con il pubblico e utilizzando il mercato online solo quel tanto che basta per farsi conoscere e attirare l'attenzione sui propri spettacoli dal vivo.
Il 7-8 settembre torna "Cara Forlì", quali saranno le novità di questa edizione?
Stiamo lavorando con il Comune di Forlì per portare avanti questa iniziativa. Credo che l'Orchestra Cara Forlì, le produzioni dei Santa Balera a Sanremo, nate in parte proprio a Forlì grazie alla collaborazione tra Cosascuola Music Academy e il MEI, e la valorizzazione dei giovani attraverso il contest Liscio nella Rete e nuove produzioni di liscio realizzate da artisti della scena indie possano essere le linee guida da seguire. A questo si aggiunge l'idea di collaborare con un'artista affermato che desideri riscoprire e riproporre la grande tradizione di "Romagna Mia" del maestro Secondo Casadei.
Emanuele Bandini
mercoledì 24 luglio 2024