Tre domande a Luca Merloni
Luca Merloni, forlivese di 44 anni, è un appassionato di moto che ha dedicato la sua carriera al Motomondiale. Dal 2001, lavora come telemetrista, iniziando con la categoria 125 e proseguendo con le 250, Moto3 e Moto2. Dal 2017, è parte dell'Honda Team Asia, dove negli ultimi sei anni ha ricoperto il ruolo di telemetrista per Chantra Somkiat, un talentuoso pilota thailandese di Moto2. Merloni ha anche collezionato successi significativi, vincendo due campionati del mondo 250: nel 2005 con Dani Pedrosa e nel 2009 con Hiroshi Aoyama, attualmente suo team manager. Il suo lavoro si concentra sulla gestione dell'elettronica delle moto da corsa in Moto2, analizzando i dati per ottimizzare le performance dei piloti.
Com’è nata la tua passione per i motori?
“Essendo in Romagna, la passione per i motori è qualcosa che tutti noi abbiamo vissuto fin da piccoli. Anche mio padre era un grande appassionato di moto, ed io ho imparato a leggere, tra virgolette, su Motosprint. Ho iniziato a collaborare con un piccolo team di Forlì che partecipava a gare di enduro, motocross e supermotard alla fine degli anni '90. Seguivo il team e partecipavo a qualche gara in giro per l'Italia. Dopo aver studiato informatica all'ITIS di Cesena, nel 2001 mi si è presentata un'opportunità con un team di Mantova, il Team Fontana, e ho potuto avventurarmi in questo mondo. Il primo pilota che ho seguito è stato un forlivese, Massimiliano Sabattani che correva nel mondiale del 2001”.
È difficile conciliare la vita privata con questo lavoro?
“Non è certamente semplice per la mia famiglia, soprattutto ora che ho un bambino di 6 anni che ha appena iniziato la scuola. La mia assenza peserà un po' su di noi. Tuttavia, quando ho iniziato la relazione con la mia compagna, lei sapeva già quale fosse il mio lavoro. Ho deciso di fermarmi per un anno dopo la nascita di nostro figlio, ma grazie alla comprensione della mia compagna, che ha accolto la mia passione e il mio lavoro, sono riuscito a riprendere. Quando ci sono gare in Europa, partiamo il mercoledì mattina e torniamo a casa la domenica sera; quindi, sono via per cinque giorni a settimana alternata. Per le gare extra europee, invece, posso rimanere lontano da casa anche per tre settimane di fila”.
Quali sono le caratteristiche uniche del team per cui lavori?
“Il Honda Team Asia è il team ufficiale della Honda in Moto2 e Moto3, sebbene io mi occupi esclusivamente delle Moto2. Questo team è stato creato con l'obiettivo di far crescere i talenti asiatici e prepararli per la MotoGP. Il processo inizia con l'Asia Talent Cup, in cui i piloti più promettenti competono per poi accedere al campionato Junior in Spagna. Da lì, i migliori passano in Moto3 e, se dimostrano il loro valore, possono salire in Moto2 e, successivamente, approdare in MotoGP. Quest’anno, ad esempio, Chantra Somkiat avrà l'opportunità di correre nella classe regina. Ho già vissuto un'esperienza simile nel Team Italia dal 2012 al 2016, dove abbiamo formato talenti come Fenati, Bagnaia e Matteo Ferrari, che ora corrono ai vertici della MotoGP. Lavorare con i giovani piloti asiatici è un'esperienza profondamente gratificante. Mi impegno a condividere la mia esperienza e a guidarli nel percorso di crescita per diventare piloti professionisti”.
Emanuele Bandini
mercoledì 23 ottobre 2024