Tre domande a Daniele Vergini
A circa tre mesi dalle amministrative di maggio, i partiti stanno rompendo il riserbo sui candidati che correranno per lo scranno di sindaco di Forlì. Anche il Movimento 5 Stelle è sceso in campo con un nome, quello dell’ingegnere 41enne Daniele Vergini, attuale consigliere comunale pentastellato.
Sicurezza, Unione dei Comuni, partecipazione e centro storico: cosa prevede il vostro programma?
Ci tengo a dire che siamo l’unica forza politica che ad oggi un programma ce l’ha, mentre gli altri hanno solo qualche slogan. Già 12 capitoli sono pubblicati sul nostro sito (www.movimento5stelleforli.it), accompagnati da video di spiegazione. Per la sicurezza, i vigili sono fondamentali per la deterrenza contro reati quali scippi e furti nelle abitazioni: bisogna reintegrare il personale di polizia municipale (ora sotto organico di ben un terzo). Gli agenti devono pattugliare strade, piazze, parchi ed essere presenti all’ingresso e uscita delle scuole, per evitare fenomeni di spaccio. L’Unione forlivese, la più grande d’Italia, purtroppo non funziona. È necessario che il Comune di Forlì si sfili, permettendo agli altri Comuni di trovare equilibri più funzionali, in 2 o 3 Unioni più piccole. Procederemo gradualmente in questo, facendo riprendere sotto il Comune il servizio di Polizia municipale. Il nostro obiettivo è, poi, una vera partecipazione, dove i cittadini avranno potere decisionale tramite strumenti come il bilancio partecipato e la possibilità di ricevere risposte dall’Amministrazione in tempi certi. Infine, riteniamo che la rinascita della città debba partire dal rilancio del centro, desertificato a causa delle scelte errate delle passate Amministrazioni. Noi, invece, punteremo a far tornare ad abitare il centro con incentivi e defiscalizzazioni per le ristrutturazioni dei palazzi e per gli esercenti.
Lei è consigliere comunale: come giudica l’operato dell’attuale Giunta?
Il giudizio è ampiamente negativo. C’è poco da salvare, viste le difficoltà nel trovare un candidato disposto a raccogliere l’eredità fallimentare della Giunta Drei. La lista degli errori è troppo lunga, ma può essere sintetizzata così: si sono dimostrati incapaci di ascoltare le esigenze dei cittadini. Tra le poche cose da salvare ci sono gli investimenti nell’Università e un welfare comunale sicuramente robusto, che – a differenza di quanto farebbe il Centrodestra – non intendiamo smantellare, ma che, anzi, vogliamo migliorare ulteriormente affinché nessuno resti indietro.
Su quanti voti conta il Movimento 5 Stelle, a fronte di ampie coalizioni?
Ogni elezione locale fa storia a sé. Contano molto le persone e il buon lavoro svolto sul territorio, cosa che noi abbiamo fatto. Il Centrodestra si presenta con una coalizione sconclusionata che va dai fascisti ai repubblicani, dove tutti dicono il contrario di tutto. Sul tema dei rifiuti, ad esempio, non si capisce se detti la linea Zattini (favorevole) o la Lega (contraria ad Alea). Zattini dice di non gradire gli urlatori, ma ne ha uno in casa e se lo tiene stretto, cioè Minutillo di Fratelli d’Italia, che ha offeso la memoria di un partigiano e ha definito “catto-comunista” il Vescovo.
Laura Bertozzi
venerdì 22 febbraio 2019