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Gaspari e tre ruote come Gilles.

Gaspari e tre ruote come Gilles.

“Nel deserto la nebbia non c’era, vedevo benissimo, ma poi ho finito la benzina…”

Tornare a casa, chiudendo il racconto di un’avventura irripetibile. Nel raccontare l’epilogo della propria avventura nel rally raid più famoso al mondo, Enrico Gaspari non trattiene nulla della propria viscerale, ma al tempo stesso, lucida emozione. Poche parole nel mettere a fuoco il tutto, con l’insita promessa di voler tornare alla Dakar per ottenere qualcosa d’importante.

Dodicesimi di classe al traguardo finale di Yanbu. Tutto sommato un buon risultato.

“Abbiamo finito soddisfatti, anche se puntavamo alla top ten e l’abbiamo mancata per un pelo. Un po’ di sfortuna ma va bene così. Con un livello così alto non puoi permetterti il minimo errore.Certo se ripenso alla penultima tappa…”

Ci dica Gapsari. L’incipit sembra interessante.

“Al Ula – Yanbu. 480 km di speciale. Una pietraia infinita che distrugge schiena e polsi. Io la chiamo la “tappa lunare”. Montiamo gomme nuove con cerchi in kevlar. I primi 40 km ne passo 15 e siamo già ampiamente rientrati in top ten, praticamente settimi di categoria. Poi a un certo punto sento grattare qualcosa. “Cos’è?” Chiedo al mio compagno Jaton. “No te preoucupe. Un sasso, poi esce.” Tempo tre minuti e sentiamo un botto clamoroso. La pietra che si era incastrato tra l’uniball e il cerchio aveva aperto quest’ultimo esattamente a metà come fosse stato colpito da un raggio laser. Per capirci non era un sasso comune, ma una selce di quarzo tagliente come il diamante. Subito dopo ce ne esplode un’altra. Stessa cosa. Tra forature e cerchi in frantumi facciamo 40 km su tre ruote a 30 all’ora. Villeneuve a Zandvoort.”

Beh, lui fece un giro e poi si dovette ritirare. Voi, avete comunque concluso un raid d’altri tempi.

“C’era il mio team manager che imprecava al cielo per tutti quei cerchi rotti a 800€ l’uno, ma con un sorriso abbiamo risolto e messo il cuore in pace. Ma il prossimo anno non può finire così.”

No davvero. Se vai su tre ruote come Gilles, attraversando un deserto di quarzo così.

Come Gaspari, col suo SSV alla Dakar.


Emiliano Tozzi

venerdì 2 febbraio 2024

ARGOMENTI:     dakar gaspari