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Ora Perez dice tutto, Gringo

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Alla voce “mind games”, molto si dovrebbe intuire dalla chiara volontà che ha visto " Captan Max" rinnovare con Red Bull per altri due anni. Oltre a un buon partito che ne avalla la causa e deposita nelle casse del team austriaco una sostanziosa "sponsorizzazione" a fondo praticamente perduto.

Certo. Perduto.

Perché le ultime prestazioni del pilota messicano tra qualifiche e gara lasciano se non altro interdetti, senza per forza essere dei fini intenditori da elegia da corsa. Sembra di assistere a un film horror, in cui la cruenta scoperta della creatura assassina (spesso proveniente dal mondo dei morti) affascina e trafigge lo spettatore, lasciandolo incollato con le terga alla sedia, mentre assiste rapito, alla terrificante rappresentazione che si svolge davanti ai propri occhi.

Insomma, Perez fantasma di se stesso. Senza esserne detrattore e tanto meno ufficiale inquisitore della Santissima Chiesa della F1. I numeri (non da oggi) non giustificavano un simile rinnovo. Salvo che (ancora una volta) vi siano ragioni che non ascoltino la logica dei fatti, ma siano disposte ad accettare il rischio di un investimento estremamente incerto per uno assolutamente certo, anzi certissimo. Un Perez così è garanzia di totale assenza di qualsiasi velleità personale. Un uomo funzionale a lasciare il mondo intatto. A preservare il raggiunto status quo della squadra più vincente in F1 degli ultimi tre anni, avviata alla conquista del quarto titolo consecutivo da parte del nuovo re Orange, Max Verstappen. Niente di cui stupirsi o essere sorpresi. Perez fa parte di quegli equilibri per cui si ha l’incontrovertibile certezza (non matematica però) che in seno alla Red Bull, non vi possa essere per lui altro ruolo plausibile (e possibile) nel tenere in mano il volante di una monoposto di F1. E se Perez può non soddisfare le mirabolanti necessità degli spettatori, certamente onora ( e non potrebbe essere altrimenti) le necessità del team anglo-austriaco nel suo diventare un defilato comprimario alle prese col fondo dello schieramento, mentre Captain Max, da moderno dentifricio iridato, conquista l’ennesimo successo sotto la bandiera a scacchi.

Pochi lo hanno capito, ma Perez è l’uomo  perfetto per questo momento della storia Red Bull. Anche nel lasciar mano libera a Verstappen e le sue vittorie, tra l’altro, figlie di un paragone letteralmente impossibile tra i due. Non c’è poesia, o sentimento da corsa, che possa raccontare il cinico pragmatismo di un pilota chiamato implicitamente (ed esplicitamente per capirci) a essere alle dipendenze del proprio capitano Red Bull.

Perché Perez ancora in Red Bull, dice tutto.

Gringo.

Foto Fabio Casadei


Emiliano Tozzi

martedì 18 giugno 2024

ARGOMENTI:     automobilismo formula1 sport