Finali Mondiali 2024
I’ll always walk alone
Come un tifoso del Liverpool. You’ll never walk alone. No. Il vostro cronista non è tifoso del Liverpool.
Eppure.
Eppure in questa prima volta da giornalista alle Finali Mondiali, ci sono cose (che voi umani…no. Almeno non questa volta) che nessuna domanda, nessuna parola potrà mai trasmettere a nessun lettore al di fuori di voi. Se non attraverso la percezione delle proprie emozioni. Perché a volte, la notizia si cela proprio lì dietro. In quello che è sotto agli occhi di tutti, ma nessuno è ancora in grado di vedere e nemmeno intravedere. Due 499P una a fianco dell’altra. Repliche perfette di due successi consecutivi a Le Mans. 51 e 50. In perfetta successione numerica. Come fosse un conto alla rovescia. La 51 che vince l’edizione del centenario e poi quest’anno la 50 che si ripete. Le carrozzerie sporche a fissare il momento della vittoria. Le lacrime dei piloti al traguardo, dopo una fatica immane durata per davvero un giorno intero, condivisa con i compagni di equipaggio e l’intero team. I trofei conquistati che ricordano le gesta compiute. La suggestione del mito che si fa emozione. L’anno prossimo se si vince ancora una volta la 24 Ore, il gigantesco trofeo di Le Mans prende per sempre la via di Maranello.
Immaginare.
Il motore che si accende, le macchine che escono dal box della Sarthe. L’abisso della passione davanti ai tuoi occhi, nel tentativo di comprendere le ragioni più profonde di una gara unica al mondo. Piaccia o meno, anche in questo 2024 il più eclatante successo Ferrari in stagione viene dal Wec e non dalla F1.
E poi rifletti.
Assisti a una conferenza stampa ai piloti della 499, in cui l’inglese è la lingua principe. In cui tra domanda e risposta sembra che tutto cambi per non cambiare nulla. Può bastare così. Un mestiere come il mio non può essere solo l’utilizzo di un determinato idioma. Devi saper scorgere dietro le espressioni del volto altrui il rimando onirico del silenzio. Cosa un fiume di parole inespresso stia comunque raccontando. Pier Guidi, Giovinazzi, Calado, Nielsen, Fuoco e Molina mi sembrano così. Assorti in altro, nonostante tutto. Ho già ricevuto la mia dose di magia nel silenzio di un museo provvisorio, accogliendomi come fossi il suo unico figlio. Da illegittimo figliol prodigo.
“I’ll always walk alone”.
Magari è proprio così. Camminerò sempre da solo. Coi miei racconti e le mie percezioni. Le mie idee e le mie visioni. Forse da folle cronista, ma certamente in modo più autentico di un pezzo di mondo là fuori. Senza che un amen sia stato pronunciato nel cercare di spiegare quella recondita emozione che, come diceva Ferrari, può essere solo vissuta.
Come tornare a vincere a Le Mans.
Foto Fabio Casadei
Emiliano Tozzi
lunedì 11 novembre 2024