La Famiglia Rossa
Se sei straniero, rischi di non capirci nulla.
“The tifosi.”
Anche gli italianismi esistono.
Ma un popolo non puoi veramente comprenderlo finché non lo vivi da dentro. Non passi in mezzo alla sua gente, le loro voci. I loro sguardi.
Biondi se vengono dal Nord. Altro. Se da altro vengono. Tutti lì. A voler capire quel fenomeno solo italiano di tifare non un pilota. Ma una macchina colorata di Rosso. E quello soltanto.
Una collina per una passione.
Imola da sempre racconta tutto questo. Umane montagne a tinta unita. La Famiglia Rossa che non aspetta altro di poter abbracciare il nuovo venuto, rendendolo partecipe di un sentimento collettivo fuori scala emotiva.
Sorrisi, età. Voci, colori. Moltitudine di un popolo proliferante cui non dover chiedere perché sia lì. Ma perché manchino tutti gli altri. Senza bandiera o megafoni per ampliare la propria voce tirata allo spasimo su corde vocali pronte a rompersi da un momento all’altro.
Se mai sia esistita una qualsiasi forma di uguaglianza o appartenenza, in questo angolo di mondo si è sempre dichiarata allo stesso modo. Attaccandosi alle reti di protezione con la Bandiera del Cavallino rampante sulle proprie spalle.
Alla bionda di turno non può bastare continuare a sorridere, tra spavento e stupore.
I sentimenti vanno dichiarati per tempo.
E forse un giorno anche lei capirà che non avrebbe potuto incontrare famiglia migliore, di quel pubblico che tifa una macchina e non un pilota.
Unico al mondo. Come quel Rosso dalle colline di Imola.
Umano calore che grida una cosa soltanto.
Forza Ferrari.
Foto Fabio Casadei
Emiliano Tozzi
giovedì 5 maggio 2022